Il direttore Gavino Mariotti spiega le finalità dell’iniziativa: «Bisogna potenziare la competitività delle aree interne»
di Luca Urgu
Un modello di ricerca applicata sul campo sull’asse Sassari Nuoro. Una direttrice già percorsa e consolidata da una sinergia che funziona e che si rafforza.
Questa volta la liason è tra il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Sassari e il Consorzio per la Promozione degli Studi Universitari nella Sardegna Centrale di Nuoro per la realizzazione del modello progettuale di ricerca applicata InnTerr. Un’iniziativa, frutto della Convenzione di collaborazione didattica e scientifica che ha istituito R.E.S.T.A.R.T., Centro Regionale di Competenza per la Ricerca, l’Economia Sostenibile, il Turismo e l’Ambiente e per il Rilancio Territoriale. R.E.S.T.A.R.T. opera negli ambiti della ricerca, dello sviluppo, della consulenza, della formazione e della sperimentazione.
E’ a tutti gli effetti uno strumento concepito per effettuare studi, analisi e diagnosi del territorio, finalizzati alla riqualificazione ambientale; al recupero e alla manutenzione di contesti agro-paesaggistici, antropologici e archeologici, geografico-economici, urbani ed edilizi; alla progettazione e realizzazione di attività di ricerca e di trasferimento tecnologico a favore delle imprese dell’agroforestry, “imprese verdi” e imprese di gestione di sistemi eco-museali e del Territorio.
Tra i settori di intervento del centro R.E.S.T.A.R.T. figura l’area “Patrimonio Culturale e Ambientale”. Nell’ambito di questo segmento si inserisce la presente attività di studio, volta ad innalzare il livello di conoscenza del territorio e finalizzata alla progettazione di un modello di sviluppo fondato sulla cultura e veicolato dalla tecnologia, realizzando un’architettura di governance delle capabiliites territoriali, a sostegno dello sviluppo locale.
InnTerr elabora strumenti e metodi che permettono l’individuazione dei fattori che determinano vantaggi competitivi del territorio, che agevolano il rilancio socio-economico dell’area oggetto di analisi, che consentono il riposizionamento del territorio nello scenario turistico globale, che incentivano l’inclusione sociale e la partecipazione delle comunità locali in un processo di sviluppo globale dell’area.
Un percorso da realizzare attraverso sistemi condivisi tra vari ambiti scientifici che sviluppano soluzioni generate dall’interazione di tecnologie diverse, che permettono il monitoraggio costante del territorio e una reinterpretazione degli spazi. Tutte soluzioni che garantiscono nel medio e lungo periodo una migliore gestione/fruizione dei luoghi, la valorizzazione del patrimonio ambientale e delle identità locali, la massima inclusione delle realtà aziendali e della popolazione. Il direttore scientifico del progetto è il professor Gavino Mariotti, mentre Veronica Camerada, Anna Depalmas e Andrea Piana sono responsabile delle tre unità scientifiche nelle quali si articola l’iniziativa.
«InnTerr è concepito coniugando modelli teorici e operativi correlati allo sviluppo locale durevole di tipo partecipativo dell’entroterra regionale sardo, mediante la valorizzazione integrata del patrimonio locale – spiega Mariotti –.Il progetto mira a realizzare il potenziamento del profilo competitivo delle aree geografiche interessate e delle imprese coinvolte nella gestione del territorio e del patrimonio identitario, in un’ottica di sviluppo sostenibile ed inclusivo. L’obiettivo generale è quello di favorire la valorizzazione integrata del patrimonio locale attraverso la creazione di un sistema intelligente di coordinamento complessivo delle azioni volte al rilancio socio-economico del territorio nuorese, garantendo la massima inclusione di tutti gli attori coinvolti nel processo di crescita locale e sollecitando l’interazione dinamica del tessuto imprenditoriale e sociale».
Le attività di valorizzazione e rilancio del territorio promosse dal living lab, un laboratorio interattivo verranno sperimentate attraverso una specifica azione: il recupero del camminamento storico Karalibus-Olbiam per mediterranea dell’Itinerarium Antonini – che attraversa l’intera isola – e lo studio e ricostruzione, a fini turistici e culturali, della rete sentieristica ad esso connessa e che in passato caratterizzava i percorsi della transumanza, dell’abigeato e del banditismo. Questa specifica attività sperimentale, intesa come azione pilota, consentirà di testare le potenzialità del coordinamento sistemico delle professionalità territoriali. «L’obiettivo – conclude Mariotti – è quello di realizzare un laboratorio digitale per raccogliere dati e archiviare a livello scientifico permettendo a chiunque abbia interesse non solo policy makers, ma anche imprese e studiosi di muoversi consultando un flusso di informazioni fondamentali».