PROGETTO FAMI

Negli ultimi anni anche la Regione Sardegna, pur se in misura ridotta rispetto ad altre Regioni italiane, ha visto un incremento di arrivi di richiedenti asilo e titolari di protezione sul proprio territorio, in ragione dell’incremento dei flussi non programmati nel Paese.

Contesto dell'intervento e fabbisogni

Nel 2016 la Regione ha quindi deciso di dotarsi, per la prima volta, di un Piano per l’accoglienza dei flussi non migratori non programmati (D.G.R. 25/3 del 3.5.2016) quale strumento di pianificazione interassessoriale, per coniugare politiche e misure adatte al contesto e ai bisogni dei migranti. Alla luce dei cambiamenti degli ultimi anni, nei bisogni della popolazione migrante nonchè delle specificità territoriali, nel 2018 tale piano è stato integrato. Al 31.12.2017 nel territorio regionale erano presenti 148 strutture Cas (per un totale di 4.745 persone accolte) e 12 Sprar, per un totale di 277 persone accolte, e la necessità di accompagnare con maggiore efficacia l’inserimento lavorativo è tra le priorità della Regione.

Il presente progetto intende agire sulle tre linee strategiche delineate dal Ministero del Lavoro per perseguire l’obiettivo specifico 2 “Integrazione dei cittadini di Paesi terzi e migrazione legale”, rispetto al quale è Autorità delegata, e in particolare:

  1. integrazione delle azioni e delle politiche per costruire programmi complessi in grado di rispondere in modo personalizzato alle esigenze diverse dei destinatari;
  1. integrazione delle fonti di finanziamento europee e nazionali che supportano le politiche e le misure da adottare;
  1. integrazione delle attività degli attori e dei servizi che operano a vari livelli e con diversi compiti ai fini del percorso di integrazione.

Nello specifico, si intendono realizzare le seguenti azioni (tra quelle previste nelle Linee di attività dall’avviso):

  1. attivazione o potenziamento dell’uso di strumenti ad hoc per profilazione e messa in trasparenza delle conoscenze, competenze e abilità possedute (lettera b dell’avviso): si intende realizzare un progetto che consenta di potenziare le azioni e le politiche su cui già la Regione sta investendo, in particolare attraverso la sperimentazione degli strumenti e delle metodologie elaborate per realizzare il profiling e lo skill assessment;

  1. interventi volti a consolidare le azioni di governance multilivello per rafforzare la cooperazione con il sistema di accoglienza (lettera f dell’avviso): si intende realizzare un intenso lavoro di animazione territoriale e di capacity building che contribuisca a rafforzare le reti esistenti e a crearne di nuove tra tutti gli attori, a partire dai Comuni, impegnati nei processi di accoglienza integrata; in particolare, le reti di governance verranno costruire per migliorare i processi di presa in carico e profilazione, riconoscimento delle competenze e delle esperienze, condivisione delle informazioni in FONDO ASILO, MIGRAZIONE E INTEGRAZIONE (FAMI) 2014-2020 modo strutturale a beneficio del territorio regionale e di tutti gli stakeholder autorizzati attraverso l’uso del SIL (sistema informativo lavoro).

  1. interventi volti a validare le competenze non formali e informali acquisite (lettera c dell’avviso): si intende realizzare una azione che metta in pratica la metodologia definita a livello regionale per la validazione delle competenze e il riconoscimento di corrispondenza con il sistema regionale delle competenze SI intende inoltre utilizzare la dotazione FAMI per implementare azioni contigue e complementari con quelle finanziate attraverso le risorse POR FSE e risorse regionali (come meglio illustrato nel paragrafo Complementarietà).

Il progetto intende rispondere ai principali bisogni espressi dai destinatari target e dagli attori che verranno coinvolti.

Tali fabbisogni, in sintesi, sono:

– necessità di sostenere il sistema di accoglienza attraverso la creazione di reti e coalizioni integrate, che favoriscano l’adozione di metodologie adeguate alla fase delicata e strategica di orientamento al lavoro e rilevazione delle competenze dei richiedenti e titolari di protezione: attualmente, tale attività non viene fatta nei Cas e viene svolta in maniera molto eterogenea negli Sprar;

– bisogno di mettere a sistema metodologie complesse di profilazione e skill assesment, che siano pertinenti rispetto ai bisogni dei destinatari;

– bisogno di divulgare per il sistema territoriale le competenze e le conoscenze della popolazione target, in piena trasparenza;

– bisogno di ampliare la capacità del sistema di effettuare la validazione delle competenze informali e non formali dei destinatari, ponendola in relazione con il sistema regionale di certificazione delle competenze.